A 80 anni dal Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale del gennaio ’44, per un giorno Bari è tornata ad essere la capitale della Resistenza con una cerimonia commemorativa alla presenza del Presidente della Repubblica, al sindaco Antonio Decaro, al governatore Michele Emiliano, al presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Gianfranco Pagliarulo e ai sindaci dei centri della provincia. Compito dei Comitati di Liberazione era quello di “chiamare gli italiani alla resistenza” contro il nazifascismo e “riconquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni”. Il Congresso, che vedeva riuniti i rappresentanti di tutti i comitati, fu celebrato al Teatro Piccinni di Bari per chiedere l’abdicazione del Re e la composizione di un Governo con pieni poteri, con la partecipazione di tutti i partiti del CLN, per affrontare il problema bellico e per costruire un’Assemblea Costituente. “Bari è il luogo dove fu concepito l’assetto della Repubblica – ha ricordato alla cerimonia Michele Emiliano -, dove fu pronunciata l’invettiva definitiva nei confronti della monarchia colpevole di non essersi opposta al fascismo. Il luogo in cui l’Italia ha progettato la sua nuova visione. Una visione di pace, di democrazia, di rispetto”.
Da Bari le basi della Costituente
Se oggi viviamo in un Paese libero e democratico, rispettato nel mondo, ha aggiunto il Governatore, è grazie al sacrificio dei tanti ragazzi che parteciparono alla resistenza e il Congresso di Bari, cui parteciparono nomi importanti come quello di Benedetto Croce, fu la premessa teorica e politica dell’Assemblea costituente, del referendum contro la monarchia e di tutti i passaggi successivi, che “hanno portato l’Italia a essere una delle forze principali dell’Unione europea, del patto atlantico e delle forze democratiche in generale”.
La ricostruzione del professor Canfora
A ricostruire la storia di quell’evento ci ha pensato il professor Luciano Canfora, filologo classico e storico, con una lectio magistralis dal titolo “Dall’armistizio al Congresso di Bari”, nella quale ha ricostruito la centralità della Puglia in quel periodo, tanto che il re Vittorio Emanuele III si rifugiò proprio a Brindisi dopo essere fuggito da Roma, all’alba del 9 settembre 1943, e fu prescelta come sede del Congresso dei Cln. “Da qui, da Bari, è ripartito il cammino del popolo italiano – ha proseguito Emiliano -. Sempre qui, pochi mesi dopo la caduta di Mussolini, le forze dell’antifascismo, alla presenza di intellettuali come Benedetto Croce, Carlo Sforza, Tommaso Fiore, Vincenzo Calasci, Michele Cifarelli, Fabrizio Canfora, si riunirono per gettare le basi di un’Italia libera e democratica. Qui, a Bari, Benedetto Croce per la prima volta, nel teatro Piccinni, parlò della necessità di un’assemblea costituente. La stessa ai cui lavori poi partecipò un altro figlio di questa terra, l’onorevole Aldo Moro”. In questa terra straordinari personaggi hanno parlato di libertà, democrazia, coraggio. “Lo stesso coraggio – ha sottolineato il sindaco Antonio Decaro – che ha caratterizzato l’azione dei cittadini di quegli anni, che seguendo il generale Bellomo, difesero la città vecchia e il porto dall’attacco nazista. È importante ricordare quello che ha animato la città, la resistenza di questa città”.
Mattarella alla mostra contro gli insabbiamenti degli eccidi dei nazifascisti
Al termine della Lectio Magistralis, Mattarella ha voluto raggiungere sul palco il professor Canfora per congratularsi con lui, prima di recarsi in visita alla mostra “Nonostante il lungo tempo trascorso. Le stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione 1943 – 1945”, al castello Svevo di Bari, che con foto, documenti e filmati, ha l’obiettivo di fare memoria delle centinaia di fascicoli giudiziari riguardanti gli eccidi di militari e civili italiani dopo l’8 settembre 1943, per anni rimasti insabbiati.