Giustizia, l’Anm: “Il reclutamento straordinario dei magistrati è incostituzionale”

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L’Associazione Nazionale Magistrati ha espresso forte preoccupazione riguardo a un concorso straordinario per il reclutamento di magistrati, riservato a coloro che hanno svolto almeno sei mesi di funzioni come magistrati onorari. Secondo l’ANM questa proposta rivelerebbe una concezione della giustizia non in linea con i valori costituzionali. La controversia si accende ulteriormente a causa del presunto mancato svolgimento del periodo di tirocinio formativo per i magistrati reclutati straordinariamente. Questa scelta, basata sulla discutibile presunzione dell’inutilità della formazione iniziale per coloro che hanno esercitato, anche per breve tempo, le funzioni onorarie, solleva dubbi sulla coerenza con il principio costituzionale dell’accesso agli impieghi pubblici esclusivamente tramite concorso.

La Consulta

L’Associazione sottolinea che la Consulta ha più volte ribadito che il pubblico concorso è l’elemento fondamentale che qualifica la legittimazione istituzionale della magistratura. Questa critica si estende anche alla presunta deroga a tale principio attraverso concorsi riservati a categorie predeterminate.
La Giunta esecutiva centrale dell’ANM ha dichiarato che le esigenze di copertura degli organici dovrebbero essere affrontate attraverso i meccanismi concorsuali ordinari. Attualmente, sono già in corso tre concorsi per oltre 1.300 posti di magistrato, e la prospettiva di un concorso straordinario, a meno di brutali semplificazioni, sembra irrazionale.
La macchina concorsuale ordinaria, secondo l’ANM, è già in azione, rendendo superflua la prospettiva di concorsi straordinari. L’Associazione invita quindi il Ministro della Giustizia a concentrarsi su garantire alle commissioni di concorso le migliori condizioni per accelerare le procedure di esame anziché adottare misure che potrebbero aggirare il dettato costituzionale.

No al privilegio

Infine, l’ANM conclude affermando che se l’esperienza di magistrato onorario è veramente arricchente, dovrebbe essere valorizzata all’interno della competizione concorsuale ordinaria e non trasformata in un sostanziale privilegio. La proposta del governo, secondo l’ANM, rappresenterebbe un’ingiustizia nei confronti dei giovani laureati che si stanno preparando con sacrifici personali e familiari al concorso ordinario per diventare magistrati.