La riscoperta dello statista Trentino. Valori e idee in un mondo dove ci sono troppi inni alle armi e ai totalitarismi
Il 19 agosto del 1954 ci lasciava Alcide De Gasperi, statista, personalità politica, presidente del Consiglio, le cui realizzazioni hanno dato vita all’Italia democratica e promosso il benessere economico e sociale. Instancabile nella volontà di realizzare un Paese nuovo, moderno e libero. Oggi vogliamo sottolineare quella sua azione tenace e poliedrica, in favore della libertà, della difesa dei valori cristiani, nel condannare guerre e totalitarismi.
No alle dittature
Oggi in tempi così inquieti ci si interroga sulle sciagure e violenze provocate dai conflitti in atto, si delineano imprevedibili nuove sfide geo politiche, preoccupa il rapido cambiamento economico, le metamorfosi delle democrazie che fanno leva su tecnologie ancora tutte da comprendere. Riteniamo per questo importante fare appello al lascito di idee, progetti e riflessioni di De Gaspari per ricavarne una indicazione sul ruolo e sul futuro del Paese. Il pensiero dello statista Trentino è ancora fertilissimo, ricordiamo come da presidente del Consiglio difese l’integrità territoriale del Paese uscito sconfitto dal secondo conflitto mondiale, ottenne i finanziamenti del Piano Marshall, portò Roma nel Patto atlantico e costruì l’embrione dell’Europa unita con Francia e Germania, creò la Cassa del Mezzogiorno e l’Eni di Mattei, promosse le grandi riforme sociali e avviò il cosiddetto miracolo economico.
La tenacia del “Costruttore”
Sui molti avvenimenti e versanti della sua azione, il libro: “Il costruttore. Le cinque lezioni di De Gasperi ai politici di oggi”, edito da Mondadori, del giornalista Antonio Polito, scrittore ed editorialista del Corriere della Sera, racconta con intensità e obiettività l’impegno di De Gasperi, verso i molteplici fronti aperti nel Paese. Su istituzioni e partiti il fondatore della DC ebbe una visione chiara. “Bisogna distinguere: stimolare e preparare è del Partito, deliberare è del Parlamento; eseguire è del Governo”. Aveva inoltre De Gasperi una limpida concezione della democrazia come “antidittatura”, che lo portò a essere prima antifascista e poi anticomunista.
La sciagura della guerra
C’è da sottolineare il solenne impegno dello statista Alcide De Gasperi contro conflitti e totalitarismi.. “Non concepiva la guerra”, ricorda Polito, “come ‘igiene del mondo’ ma come una tragedia: ‘La Chiesa certo non invoca la guerra”. Perseguì una autentica dottrina di pace e dialogo contro la violenza devastatrice di chi innesca i conflitti, nel contempo certamente De Gasperi non fu un “neutralista” e seppe portare l’Italia verso l’Alleanza Atlantica, nel segno del rispetto dei principi della democrazia e della difesa del Paese.
Troppi inni di riarmi
Questi valori illuminano ancora oggi le coscienze di tantissimi cittadini italiani. Trovare le ragioni cristiane della pace, dare sostegno alle iniziative della Chiesa e del Papa, avere la fermezza di arroganze e soprusi, ragionare e difendere i valori di solidarietà sono le idee vive di De Gasperi. Dobbiamo farle prevalere ancora oggi, dare più forza agli “inni di pace”, contro gli “inni di guerra”. Dubitare di chi punta ad economie belliche e a quanti predicano solo riarmi. L’Italia ha bisogno ancora di statisti, donne e uomini coraggiosi come Alcide De Gasperi che seppe fare scelte nette, non per calcolo personale ma per ridare un futuro all’Italia e ai suoi cittadini.