Alla Conferenza nazionale a Roma unità d’intenti tra Quirinale, Governo e Santa Sede. Raddoppiati i fondi per la prevenzione, richiamo alla responsabilità e alla solidarietà verso le persone più fragili
Un vero fronte unito quello tra le istituzioni italiane e la Chiesa che si sono ritrovate unite sul tema delle dipendenze, in tutte le loro forme: dalla droga alle nuove schiavitù digitali. Durante la settima ‘Conferenza nazionale sulle dipendenze’ il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Premier Giorgia Meloni e Papa Leone XIV hanno lanciato messaggi convergenti di impegno, solidarietà e responsabilità.
Il Capo dello Stato ha aperto i lavori richiamando l’importanza del coordinamento tra istituzioni, operatori e società civile: “L’accurata preparazione di questa conferenza ha consentito di raccogliere esperienze, riflessioni e proposte da riversare nei lavori di questi due giorni. La tragedia delle vite distrutte dalla droga, la perversa presenza della criminalità organizzata, richiedono un impegno consapevole, articolato e costantemente aggiornato: serve un impegno corale”. Mattarella ha poi ricordato le parole del Premier: “Vorrei sottolineare quanto detto dalla presidente del Consiglio: nessuno sarà lasciato solo su questo fronte. È un impegno di grande importanza, perché è un fronte di libertà”, ha aggiunto il Presidente, ribadendo poi “il valore dell’opera di recupero e di sostegno alle vittime delle dipendenze”.
Il Capo dello Stato ha anche evidenziato il ruolo delle comunità di recupero: “Chi lavora ogni giorno accanto ai più fragili svolge una funzione essenziale per la coesione del Paese. La lotta alle dipendenze è una questione di dignità umana, prima ancora che sanitaria o giudiziaria”.
“Italia eccellenza contro il narcotraffico”
Giorgia Meloni, intervenendo alla conferenza, ha sottolineato che la lotta alle dipendenze “non è solo un obbligo di legge, ma una sfida che definisce ciò che siamo come Paese. La droga e le dipendenze non avranno l’ultima parola. Nessuno è e sarà abbandonato a sé stesso. Ci sono sfide che valgono la pena di essere combattute, e questa è una di quelle”. Meloni ha ricordato che il governo ha raddoppiato i fondi destinati al contrasto e al recupero, “passando da 80 a 165 milioni di euro tra il 2024 e il 2025”, e ha rivendicato “l’impegno dell’Italia come eccellenza internazionale nella lotta al narcotraffico e tra i primi Paesi ad elaborare un piano contro il Fentanyl”.
Il Presidente del Consiglio ha poi affrontato il tema delle nuove dipendenze: “Le vecchie dipendenze si intrecciano alle nuove, legate al mondo digitale. È una realtà complessa che richiede risposte concrete e lungimiranti. Serve anche l’umiltà di riconoscere che non abbiamo tutte le risposte e di chiedere aiuto a chi può trovarle”.
Il Primo Ministro ha ricordato che la strategia nazionale sulle dipendenze prevede una rete di intervento coordinata con le regioni e gli enti locali, per potenziare i centri di ascolto e prevenzione, sostenere le famiglie e promuovere programmi di reinserimento lavorativo: “Non basta curare, bisogna restituire alle persone una prospettiva di vita dignitosa”.
“Le dipendenze rivelano un mondo privo di speranza”
In un videomessaggio inviato ai partecipanti, il Santo Padre ha parlato del legame tra dipendenze, solitudine e perdita di riferimenti morali: “L’aumento del mercato e del consumo di droghe dimostra che viviamo in un mondo privo di speranza. Molti giovani non riescono più a distinguere il bene dal male e si rifugiano in comportamenti che li isolano”. Il Pontefice ha invitato la società a “percepire nei giovani una richiesta di aiuto e una sete di vita”, chiedendo un impegno collettivo di prevenzione: “Opportunità di lavoro, educazione, sport, vita sana e dimensione spirituale: questa è la strada per prevenire le dipendenze e restituire fiducia alle nuove generazioni”. Ha poi rivolto un appello diretto agli adulti e alle istituzioni: “Non lasciate soli i ragazzi. Ogni giovane che cade nella dipendenza è un fallimento di tutti. Dobbiamo offrire esempi, non solo regole, e costruire una cultura della speranza, non dell’indifferenza”.