Troppi pochi giovani a capo delle imprese agricole italiane

Al momento stai visualizzando Troppi pochi giovani a capo delle imprese agricole italiane

Nel nostro Paese sempre meno giovani scelgono di fare l’imprenditore agricolo. Solo due imprese su cento è capitanata da un Under 30. È quanto emerge dall’ultima elaborazione dei dati Istat e Infocamere realizzata dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) appena presentato in occasione dell’incontro tra i giovani di Confagricoltura Lazio e della federazione FedAgriPesca di Confcooperative Lazio 

Negli ultimi dieci anni l’Italia ha perso oltre 500 mila imprese agrarie (- 33%), scendendo da 1,6 milioni di aziende a 1,1 milioni. Delle restanti il 57% è guidata da over 60, mentre appena il 2% da under 30. Quelle con proprietari under 40 sono arrivata a rappresentare il 9,2% del totale contro l’11,2% del 2010. In più i dati demografici evidenziano tra il 2012 e il 2022 un aumento degli imprenditori over 65 del 17% a fronte di un decremento del 16% dei giovani fino a 40 anni.  Il Nord ha la percentuale più alta di giovani (10% del totale dei propri agricoltori), mentre a livello regionale spiccano la Valle d’Aosta (16%), la Sardegna (15%) e le province autonome di Trento e Bolzano (14%). 

A livello di titolo di studio risulta che il 24% dei titolari ha un livello di istruzione elementare o nessun diploma e soltanto il 10% ha conseguito un diploma di laurea. Invece quasi la metà dei giovani agricoltori ha completato le scuole superiori e il 19,4% ha una laurea e non esclusivamente di tipo agrario. Inoltre i ragazzi possiedono conoscenze digitali più che doppie rispetto a quelle degli over 40 (giovani 33,6%; non giovani 14%) e una maggiore propensione agli investimenti innovativi (giovani 24,4%; non giovani 9,7%). Infine risulta superiore sia l’attenzione rivolta ai temi ambientali, a partire dall’uso di tecniche biologiche nelle coltivazioni (giovani: 15%; non giovani: 7%), sia l’impegno in associazioni (giovani: 47%; non giovani: 41%).

“Oggi fare agricoltura è una vera e propria impresa – afferma Salvatore Stingo, presidente FedAgriPesca di Confcooperative Lazio –. Ecco perché ai nostri occhi i giovani che vi si dedicano sono veri e propri eroi. Loro possiedono una propensione all’innovazione che a un settore dall’età media molto alta come il nostro effettivamente manca. Attenzione però: il tessuto economico presenta criticità tali che nessuno può pensare di farcela da solo. Occorre lavorare insieme e unire le forze per uscire insieme dalla crisi. E quale strumento giuridico migliore delle cooperative per farlo? Come associazione mettiamo a disposizione uno sportello di ascolto a sostegno delle attività degli iscritti e CoopUp, un progetto di formazione imprenditoriale destinato agli under 35 desiderosi di aprire una propria attività”.

“Questo incontro rappresenta una buona pratica di confronto e approfondimento tra esperti, operatori del settore e istituzioni finalizzata ad affrontare le criticità e le prospettive del settore agricolo – dichiara Angela Di Carlo, presidente ANGA Confagricoltura Lazio –. A ospitarci l’Istituto Tecnico Agrario Garibaldi, luogo di formazione e supporto delle nuove generazioni nell’impresa agricola. Una mission fondamentale per garantire un futuro allo sviluppo economico e sostenibile di un settore strategico come il nostro e quindi dell’intero Paese. I giovani imprenditori si scontrano spesso con difficoltà legate a burocrazia, mancati sostegni al settore, legislazione europea da rivedere e varie altre problematiche che rendono il nostro settore colmo di rischi ai quali, però, si affiancano numerose opportunità che dobbiamo essere in grado di cogliere. Ecco perché metteremo in campo proposte per rappresentare un valido aiuto ai giovani imprenditori agricoli e un interlocutore serio, credibile e capace per le istituzioni e i decisori pubblici”.