La 17ma edizione del G20 vede riuniti a Bali, oggi e domani, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea, per discutere di salute globale, transizione energetica verso una produzione più sostenibile e trasformazione digitale. “Riprendiamoci insieme, riprendiamoci più forti” è lo slogan del 2022, un altro chiaro richiamo internazionale alla interconnessione globale per la quale la prosperità di ciascuno dipende dalla abilità collettiva di creare una base inclusiva e sostenibile per la crescita il più possibile condivisa. Una occasione importante, dunque, di confronto tra i leader delle maggiori potenze economiche, nuovo banco di prova per il nostro Presidente del Consiglio, che tra oggi e domani incontrerà il presidente americano Joe Biden per parlare di Ucraina e rapporti con la Cina, il presidente cinese Xi Jinping per chiarire la posizione di Meloni su Taiwan e l’indiano Narendra Modi. Non è, invece, previsto una faccia a faccia chiarificatore con Macron sulla questione migranti.
Tra Usa e Cina “non ci sarà una nuova guerra fredda”
Ad aprire il valzer dei colloqui bilaterali alla vigilia del Summit, lo storico incontro tra Biden e Xi Jinping, che ha gettato le basi di un meccanismo per le consultazioni tra i due Paesi in caso d’emergenza. A detta del presidente americano il dialogo è stato “franco e diretto” con uno Xi “né più conciliante, né più aggressivo del solito”. “Siamo stati chiari sui nostri interessi. La competizione sarà forte ma non ci sarà conflitto!”, ha detto Biden, che sembrerebbe non aver colto alcun segnale di un “tentativo imminente” da parte della Cina di invadere Taiwan. C’è stata intesa sul fatto che la posizione americana a riguardo resta la medesima, contraria a cambiamenti unilaterali dello status quo, ma fiduciosa in una risoluzione pacifica delle questioni riguardanti lo Stretto, mentre sulla questione della Corea del Nord, il Capo della Casa Bianca ha ribadito che anche Pechino deve impegnarsi per impedire test nucleari o missilistici. Biden ha ricordato che se Pyongyang dovesse avviare test nucleari a lungo raggio, l’America sarebbe costretta a intraprendere alcune azioni a maggiore difesa, ma non dirette contro la Cina. Su Taiwan, il leader cinese ha affermato che è ”la prima linea rossa da non superare nei rapporti tra Usa e Cina”.
Biden e Xi Jinping contrari a uso delle armi nucleari in Ucraina
La Cina, ha detto Xi Jinping durante l’incontro, si dichiara contraria alla politicizzazione e all’uso dei legami economici e commerciali come se fossero un’arma: “Avviare una guerra commerciale o tecnologica, costruire muri o barriere, spingere per la separazione delle economie e interrompere gravemente le catene di approvvigionamenti va contro i principi dell’economia di mercato e danneggia le regole del commercio internazionale. Simili tentativi non sono nell’interesse di nessuno”, ha dichiarato il leader cinese, che si è anche detto più invogliato a “prevenire conflitti” per “raggiungere una coesistenza pacifica”. Anche se in effetti sull’offensiva russa in Ucraina non c’è mai stata formale condanna in sede Onu né da Cina né da India che ad oggi ancora non si sbilanciano, come numerosi Paesi del Sud del mondo, Indonesia compresa. Un primo traguardo a Bali, però, è stato raggiunto: una presa di posizione netta e coordinata tra Cina e Usa di contrarietà alla minaccia di utilizzo di armi nucleari nel conflitto in corso, concordando anche sul fatto che “non ci si dovrà mai trovare a combattere una guerra nucleare”.
Vigorosa concorrenza, senza sfociare in conflitto
Sulla questione dei diritti umani sollevata dal presidente Usa, il presidente cinese ha risposto causticamente: “Nessuno ha il sistema democratico perfetto”. “Affinché Cina e Stati Uniti vadano d’accordo è fondamentale riconoscere e rispettare tale differenza”. Nel complesso l’incontro tra i leader americano e cinese non ha, dunque, fatto segnare passi in avanti concreti, ma sicuramente ha rappresentato la riapertura dei canali di dialogo fra i due Paesi dopo le tensioni degli ultimi mesi. “L’importante è esserci capiti. In tre ore e mezzo abbiamo coperto un enorme numero di questioni”, ha detto Biden, che ha apprezzato il mostrarsi disposto al compromesso da parte di Xi Jinping e ha concluso: “È chiaro che Cina e Stati Uniti dovrebbero essere pronti a lavorare assieme”.