Secondo l’Istat a influire è stata soprattutto la crescita del settore terziario
Sale più di quanto previsto il Prodotto interno lordo italiano, con una stima del +0,2% nel secondo trimestre. A dirlo i dati Istat dell’ultimo report sulle stime preliminari pubblicato sul sito dell’Istituto di statistica. Sotto le aspettative, invece, quello della Germania, che scende del -0,1%. In questo quadro, afferma l’Istat, l’economia italiana ha segnato un rialzo dello 0,9% su base annua nel secondo trimestre del 2024. La variazione acquisita del Pil per l’intero anno è stimata al +0,7%, riflettendo l’andamento economico positivo registrato finora. Andando più nel dettaglio dell’analisi, nel secondo trimestre del 2024, il Pil italiano, calcolato in valori concatenati con anno di riferimento 2015 e corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ha registrato un incremento dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% su base annua.
Le piccole oscillazioni
Questo periodo, si legge nel report, ha contato due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente, ma una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2023. L’aumento congiunturale del Pil è il risultato di una diminuzione del valore aggiunto nei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, così come in quello dell’industria, compensata da una crescita nel settore dei servizi. Dal punto di vista della domanda, si è osservato un contributo positivo dalla componente nazionale, al lordo delle scorte, mentre la componente estera netta ha avuto un impatto negativo. Infine, la variazione acquisita per l’intero 2024 è stimata allo 0,7%, riflettendo l’andamento economico finora osservato nell’anno.
Il Pil in Europa
Nel secondo trimestre del 2024, il Pil della Germania è diminuito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, invertendo la crescita dello 0,2% del primo trimestre e deludendo le aspettative di una crescita dello 0,1%. Su base annua, il Pil tedesco è sceso dello 0,1%. In Spagna, l’economia ha continuato a crescere con un aumento del Pil dello 0,8%, sostenuto dalle forti performance delle esportazioni e delle importazioni, oltre al consumo interno. In ottica annuale, il Pil spagnolo è cresciuto del 2,9%.
Anche la Francia, in positivo, con il Pil aumentato dello 0,3% su base trimestrale, superando le previsioni dello 0,2%. Nel primo trimestre, il Pil era cresciuto dello 0,2%, dopo un incremento dello 0,1% nel quarto trimestre del 2023. Su base annua, il Pil francese è cresciuto dell’1,1%.
Confesercenti: traino terziario
“I dati diffusi dall’Istat confermano una leggera espansione dell’economia italiana, evidenziando che la crescita è trainata esclusivamente dal settore terziario, mentre industria e agricoltura sono in arretramento” ha commentato Confesercenti, che ha spiegato come “le rilevazioni confermano che un target di crescita dell’1% per l’anno in corso è pienamente raggiungibile per l’Italia, con una alta probabilità di superare le previsioni delle principali organizzazioni internazionali per il 2024. Il positivo andamento della stagione turistica potrebbe ulteriormente contribuire a una crescita del Pil superiore alle attese”. La Confederazione delle imprese ha inoltre fatto notare come “Il 2024 è stato segnato dai rinnovi contrattuali, soprattutto nel settore terziario, che hanno sostenuto l’economia italiana. Tuttavia, la continuazione di questa moderata espansione dipende dalla tenuta dei consumi delle famiglie, essenziale dato il contributo negativo delle esportazioni nette. Alla fine del primo trimestre, la spesa sul territorio economico era inferiore di 2,5 miliardi rispetto alla primavera del 2023. Nei primi tre mesi del 2024, la propensione al consumo è calata significativamente (-2,6 punti), limitando l’impatto positivo della crescita occupazionale e degli aumenti contrattuali sui consumi”.
Serve un clima di fiducia
“Nella media annua – ha proseguito Confesercenti – i consumi delle famiglie potrebbero aumentare dello 0,6%, rispetto allo 0,2% del primo trimestre. Questo consoliderebbe gli andamenti economici, ma resterebbe al di sotto delle potenzialità indicate dal mercato del lavoro. La ripresa dei consumi richiede un rinvigorimento del clima di fiducia, ottenibile attraverso una riduzione dei tassi di interesse e interventi su fiscalità e lavoro”. “Inoltre – ha concluso l’Associazione – sono necessari interventi a favore delle imprese di vicinato, per preservare il ruolo fondamentale dei negozi come presidi territoriali. Questi esercizi commerciali rappresentano un valore sociale ed economico essenziale per la vivibilità delle nostre città”.