Al Consiglio europeo informale anche Draghi: “Con Trump ci saranno nuove relazioni, si dovrà negoziare”
Erano tra gli interventi più attesi quelli del Primo Ministro Giorgia Meloni e dell’ex Presidente della Bce Mario Draghi, ieri entrambi a Bruxelles in occasione del Consiglio europeo informale. L’occasione giusta per fare il punto della situazione sugli argomenti più caldi del momento, dalla guerra in Ucraina all’elezione di Donald Trump, passando per le sfide che l’Ue dovrà affrontare.
Ad ‘aprire le danze’ è stato il Primo Ministro che ha voluto sùbito ribadire la necessità di rafforzare l’indipendenza e l’autonomia dell’Unione europea, puntando su maggiori investimenti nella difesa. Meloni ha chiarito che, pur sostenendo la necessità di una maggiore spesa nel settore della difesa per rafforzare la posizione strategica dell’Europa e quindi anche dell’Italia, tali costi non dovranno ricadere sui cittadini: “La questione è dare all’Ue, e quindi anche all’Italia, l’indipendenza necessaria per gestire le proprie sfide. Questo richiede un maggiore investimento in difesa, ma chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare”.
Non poteva mancare la conferma da parte del Premier del fermo sostegno dell’Italia a Kiev, sottolineando che il cammino verso la pace passa anche dal coraggio dimostrato dal popolo ucraino e dal supporto dell’Occidente. Meloni ha esposto la sua visione su come prevenire conflitti futuri, indicando che per evitare l’escalation in Ucraina sarebbe stato necessario impedire l’invasione stessa. Ha poi confermato che il Paese rimarrà al fianco dell’Ucraina “finché c’è una guerra”.
Patto di Stabilità
Uno dei punti chiave del discorso di Meloni ha riguardato il Patto di Stabilità, l’accordo di bilancio che regolamenta la spesa degli Stati membri dell’Ue. Il Primo Ministro ha sottolineato come l’Italia abbia sollevato la questione delle risorse necessarie per realizzare questi obiettivi, evidenziando che il Patto dovrebbe essere adeguato per rispondere alle sfide attuali. Sebbene siano emerse alcune aperture in tal senso, Meloni ha chiarito che serviranno ulteriori misure per consentire agli Stati membri di destinare fondi sufficienti alla difesa senza penalizzare i cittadini: “Al di là della volontà politica, serve stabilire con chiarezza dove reperire le risorse. L’unica cosa che non sono disposta a fare è prendermele con i cittadini italiani e con i lavoratori”. Insomma, il Primo Ministro ha evidenziato l’importanza di dotare gli Stati membri di risorse adeguate per affrontare le sfide strategiche che attendono l’Unione europea: “Più o meno sappiamo cosa dobbiamo fare. Ma la grande domanda alla quale dobbiamo rispondere è se vogliamo davvero dare gli strumenti agli Stati membri per centrare gli obiettivi delle strategie che ci troviamo di fronte”. Un’affermazione che rimarca l’attenzione del Premier sulla necessità di un sostegno concreto ai governi nazionali, chiamati a realizzare politiche ambiziose in un contesto complesso. Meloni ha identificato nella questione delle risorse l’elemento fondamentale su cui l’Ue dovrà concentrarsi.
Risposta alla Schlein
Approfittando dell’occasione, poi Meloni ha replicato duramente alle dichiarazioni della Segretaria del Partito democratico Elly Schlein che l’ha accusata di “svilire i diritti sindacali”. “Ieri Elly Schlein ha detto che io svilisco i diritti sindacali perché, a una trasmissione radiofonica leggera, ho risposto a un sms leggero dicendo che non mi sentivo bene, ma che ero comunque a fare il mio lavoro”, ha detto Meloni che ha sottolineato di non comprendere cosa Schlein intenda per “svilire i diritti sindacali” e ha rigettato le critiche, definendole una polemica sterile. Ha difeso la linea del suo governo, sostenendo che l’esecutivo in carica presta maggiore attenzione ai lavoratori e ai loro diritti rispetto a quanto faccia la sinistra: “Noi difendiamo i diritti sindacali molto meglio della sinistra al caviale. Sono abituata a fare il mio lavoro anche quando non sono nella massima forma, perché ho preso un impegno con gli italiani”.
Elogio di Musk
Meloni è poi tornata a parlare di Elon Musk, il magnate di Tesla e SpaceX, coinvolto nel dibattito politico per il suo sostegno alla campagna elettorale di Donald Trump. Sul tema, il Presidente del Consiglio ha sottolineato che il diritto di sostenere un candidato fa parte delle libertà democratiche e ha ribadito di considerare Muskuna figura di grande rilievo, sia per il suo contributo innovativo, sia come possibile interlocutore su temi strategici.
Il pensiero di Draghi
A Budapest, come anticipato, anche l’ex Premier Mario Draghi che ha colto l’occasione, all’interno del suo rapporto , per avvertire i leader europei sulla necessità di un’azione comune per proteggere la competitività dell’Ue. L’ex Premier Draghi ha sottolineato che l’amministrazione Trump darà un forte impulso al settore dell’alta tecnologia, un ambito nel quale l’Europa è già in ritardo rispetto agli Stati Uniti. Questo sviluppo, secondo Draghi, richiede una risposta strategica e coordinata da parte del vecchio continente, soprattutto considerando che la tecnologia è un settore chiave per la produttività.
Parallelamente, Trump cercherà di proteggere le industrie tradizionali americane, nelle quali l’Europa detiene una significativa quota di esportazioni verso gli Usa. Draghi ha sottolineato l’urgenza di “negoziare con Washington in modo unitario”, per difendere gli interessi dei produttori europei.