Gli infortuni sul lavoro nel 2021 sono diminuiti dell’1,4% ma solo perché c’è stata una contrazione dei contagi professionali da Covid-19, passati dai quasi 150mila del 2020 ai circa 50mila dell’anno scorso. In realtà, le denunce di infortunio “tradizionale”, al netto dei casi da Covid-19, hanno invece registrato un aumento di circa il 20% rispetto al 2020 e i casi mortali di quasi il 10%.
Gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel 2021 sono stati 564.089, quelli riconosciuti 349.643, il 17,5% dei quali avvenuti “fuori dell’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Gli incidenti con esito mortale comprensivi delle morti per la pandemia sono stati 1.361, quelli da infortunio tradizionale al netto del Covid, 685, di cui 298, pari al 43,5% del totale, avvenuti “fuori dell’azienda” (57 casi sono ancora in istruttoria).
Anche il 2022 non promette bene. Le denunce presentate all’istituto tra gennaio e maggio 2022 sono state 323.806, +47,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, 364 delle quali con esito mortale. Numeri che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, definisce “inaccettabili”. Sulla mancata sicurezza il “rischio cresce dove il lavoro è più precario e dove l’inquadramento contrattuale è peggiore. È con vivo rammarico che guardo alla fase politica – ha proseguito Orlando – prendendo atto del fatto che alcuni confronti che si erano avviati e che miravano ad affrontare questi temi, non potranno avere sviluppo. Mi auguro che nella prossima legislatura possano trovare una compiuta risposta”.
I Fondi europei servono anche a migliorare la sicurezza sul lavoro
L‘Inail si è detto pronto a fare la sua parte, aumentando gli investimenti sulla sicurezza e avvalendosi dei progressi compiuti in questi anni dalla ricerca scientifica. “Per l’Italia – ha dichiarato il presidente dell’ente, Franco Bettoni, durante la presentazione del Rapporto annuale in Parlamento – i fondi stanziati dall’Unione europea nell’ambito del programma Next Generation EU rappresentano un’occasione unica di sviluppo, investimenti e riforme”. Una opportunità imperdibile per rafforzare il processo di modernizzazione e semplificazione della pubblica amministrazione, per potenziare le infrastrutture e le filiere produttive e per migliorare la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, puntando su formazione e cultura della sicurezza. “Sono convinto – ha aggiunto Orlando – che il tema della sicurezza sia fortemente connesso al modello di competizione che un paese sceglie, e non credo che il nostro possa permettersi di competere nel mondo semplicemente con una riduzione dei costi”.
L’Inail amplierà il suo ruolo nel sistema del welfare italiano
È ancora una volta il PNRR, dunque, a fare da motore immobile per la risoluzione di problemi strutturali del sistema produttivo. Le opere pubbliche che dovranno essere realizzate nel campo delle infrastrutture e dell’ammodernamento dei processi produttivi, verso le nuove frontiere energetiche, tecnologiche e di sostenibilità sociale, richiedono, infatti, di moltiplicare le azioni di prevenzione per un efficace contrasto del fenomeno infortunistico. Gli obiettivi strategici per il futuro indicati dall’Inail prevedono “il rafforzamento della funzione sociale dell’Istituto, nell’ottica di dare un sostegno efficace ai lavoratori infortunati e tecnopatici”, in particolare “di proseguire il percorso già avviato per ampliare ulteriormente la platea destinataria della tutela assicurativa, attualmente composta da circa 21,2 milioni di lavoratori”. Lo sguardo allargato comprenderà anche la scuola, a tutela degli insegnanti e degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Oggi, infatti, gli studenti hanno una tutela limitata solo a pochi e specifici rischi. Obiettivi che per essere raggiunti richiederanno collaborazioni strutturate e permanenti con aziende o grandi gruppi industriali del Paese, impegnati nell’esecuzione dei singoli interventi previsti dal Piano.
Lotta al lavoro nero, primo passo istituzionale
Un progetto pilota è stato già siglato con il Gruppo Ferrovie dello Stato. Gli ambiti di collaborazione definiti dal protocollo comprendono iniziative di comunicazione e promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la progettazione di programmi di formazione rivolti a tutti i ruoli aziendali e al personale coinvolto nella realizzazione delle grandi opere infrastrutturali e la ricerca e sperimentazione di soluzioni tecnologiche innovative per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza. Ma la risposta istituzionale più promettente è racchiusa nel “Piano nazionale della lotta al sommerso”, una sfida che le istituzioni – in coerenza con gli obiettivi della Missione 5 del Pnrr ‘Politiche del lavoro e dell’occupazione’ – devono affrontare nel 2022. Il contrasto al fenomeno del lavoro nero radicato in molti contesti produttivi è ritenuto importante perché è lì che spesso si annidano comportamenti a rischio, scarsità di controlli e mancanza di adeguata informazione.