L’Italia umiliata in Europa? L’Italia che si fa valere rispetto a Francia e Germania?
Due letture miopi e anchilosate del nostro modo di essere tra i 27 dell’Unione e, in generale, sullo scenario internazionale. Sulla politica estera le divisioni tra maggioranza e opposizione dovrebbero essere ridotte al minimo non enfatizzate al solo scopo di colpire l’avversario. Eppure è lo spettacolino provinciale cui stiamo assistendo.
Chi dall’opposizione gioisce per gli sgarbi fatti da Macron e Scholz al Governo è più interessato a colpire Meloni che a stigmatizzare scorrettezze diplomatiche contro il nostro Paese. Scorrettezze comunque irrilevanti che offendono chi le fa e non chi le subisce. Solito disfattismo di certa sinistra.
Chi dalla maggioranza suona i tromboni della dignità nazionale difesa con orgoglio contro le perfidie della Gallia e della Germania Magna (per riprendere le denominazioni degli antichi Romani) scade in una retorica ammuffita che sfiora il ridicolo.
Macron e Scholz non si sono comportati all’altezza dei loro ruoli per meri -e sbagliati- calcoli di politica interna. Se Meloni li avesse ignorati avrebbe fatto meglio dimostrando che l’Italia non si cura di piccinerie ma pensa a cose serie e non si sente per niente ferita da sgambetti infantili.
La Presidente del Consiglio ha un’indole molto reattiva e quindi ha dato pane al pane e vino al vino com’ è suo solito. Ma senza gettare benzina sul fuoco o scantonare in polemiche che lasciano il segno. Sono del tutto fuori luogo certi commenti di esponenti della maggioranza che sfoderano un nazionalismo che mal si concilia con lo spirito europeistico che serve per contare davvero tra i 27.
Piccinerie a parte sarebbe ora che a destra come a sinistra si capisse una volta per tutte che la politica estera non rappresenta la maggioranza che sta nella stanza dei bottoni in quel momento, ma rappresenta l’intero Paese. Chiamatelo pure nazione. va benissimo. Ma senza dimenticare che il nazionalismo vero, inteso come tutela intelligente e non ciarliera degli interessi dei cittadini, non è isolamento né aggressività ma capacità di leadership nel costruire e influenzare alleanze. Le opposte Italiette quella disfattista e quella nazionalista, indeboliscono il nostro Paese. L’Italia è stata grande nelle visioni internazionali che ne hanno fatto un protagonista di prima file nella costruzione dell’Europa e del nuovo Occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale. Bisogna volare alto se non si vuole andare a sbattere.