Spiegando perché nel 2019 aveva proposto il taglio delle accise e perché poi non lo ha fatto ora che è al governo, Giorgia Meloni ha fatto un richiamo ad un sano principio: “si fanno i conti con la realtà con la quale ci si misura”. È un’osservazione che sembra ovvia e di buon senso ma che non è poi così scontata in un mondo politico abitualmente largo di promesse rese ancor più fantasiose dal populismo dilagante che mette la Luna nelle mani immaginarie di tutti.
A chi spetta fare i conti con la realtà”? In una democrazia sana e matura nessun partito dignitoso dovrebbe violare questo principio. Quelli di maggioranza perché hanno la responsabilità di governo. Quelle di opposizione perché, non avendo i voti per decidere , non devono approfittare di questa “non -responsabilità” per inquinare in maniera irresponsabile il dibattito pubblico parlando di un mondo che non esiste.
Giorgia Meloni aveva ben chiaro in campagna elettorale che governare sarebbe stato tutt’altro che una passeggiata tra rose e viole. Aveva chiesto ai suoi alleati di non fare promesse che non si possono mantenere. Le sue prima scelte di politica finanziaria sono state molto prudenti e in linea con quelle del governo Draghi: non “scassare” i conti dello Stato, non spaventare i mercati, non rompere con l’Europa.
È una linea che ci si augura ispiri anche i prossimi anni del Governo di centro-destra.
Non sarà facile perché da Berlusconi e da Salvini verranno pressioni per allargare i cordoni della borsa. E anche perché, rimasti all’opposizione per tanti anni, alcuni esponenti di Fratelli d’Italia hanno alimentato aspettative che sono oggi irrealistiche. Giorgia Meloni dovrà tener duro. Ma dovrà anche parlar chiaro ai cittadini e raccontare “la realtà” per quella che è e non come fa comodo descriverla.
La realtà è quella di un Paese che si è impoverito. La realtà è che in 20 anni l’Italia è cresciuta dello 0,8% l’anno in media. Cioè nulla. La realtà è che le retribuzioni reali sono diminuite del 12% negli ultimi 15 anni. La realtà è che in competitività l’Italia è al 44° posto su 64 Paesi. La realtà è che abbiamo un debito pubblico pari al 144% del Pil.
Con questi dati bisogna fare i conti. Qualunque cosa si sia detto in campagna elettorale il principio di realtà impone scelte coraggiose. E la linea da seguire è una sola: fare tutto ciò che è necessario perché in Italia aumenti la produzione di ricchezza, far crescere l’economia ad un ritmo non inferiore al 3% annuo. Non si può redistribuire quello che non si produce. Giorgia Meloni lo sa. Ma ora tocca a lei fare le scelte per far ripartire l’Italia mentre l’inflazione pesa sui prezzi e la stretta della Bce rischia di bloccare gli investimenti.