Premierato, oggi nuovo round al Senato

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Dunque, ci siamo. Un significativo passo in avanti è stato compiuto nella definizione del Disegno di legge sul Premierato, con un accordo di massima raggiunto a Palazzo Madama nel secondo vertice in programma tra i capigruppo di maggioranza, i membri della Commissione Affari Costituzionali del Senato, il Relatore Alberto Balboni e la Ministra per le Riforme Elisabetta Casellati che ha parlato, sùbito dopo il summit, “di una giornata positiva e di un buon punto di avanzamento” delle trattative. Quest’ultima, intrattenutasi con la stampa, ha quindi spiegato quali saranno i prossimi passaggi chiave: il primo è in programma proprio per oggi, quando ci sarà un terzo incontro (ristretto ai Capigruppo e al relatore) “per verificare il testo finale per come lo abbiamo elaborato definitivamente”, le parole della Ministra che ha voluto sottolineare l’importanza di consolidare gli emendamenti concordati fino a questo punto. Il secondo passaggio, fondamentale, coinvolgerà un confronto tra i leader di Centrodestra Giorgia Meloni (FdI), Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (FI) ai quali sarà presentato il testo finale. La loro ‘bollinatura’ definitiva porterà alla formulazione conclusiva della riforma del Premierato, un passo significativo per ridefinire il ruolo del capo del governo.

Norma anti-ribaltone

Casellati ha chiarito che l’obiettivo è ottenere un consenso unanime sulla versione finale del Ddl, garantendo che “il lavoro svolto in questi giorni in Commissione sia approvato da tutti e che non ci siano sbavature di nessun tipo”. La Ministra, intrattenendosi con la stampa dopo il vertice, si è focalizzata sulla controversa norma anti-ribaltone, spiegando che è ancora in fase di definizione, ma ha fatto intendere che la maggioranza ha compiuto progressi significativi nella definizione di dettagli cruciali legati a questa proposta: il mantenimento di un secondo premier in determinate circostanze (morte, decadenza o dimissioni volontarie del Primo Ministro in carica) potrebbe essere visto come un compromesso tra le diverse fazioni politiche coinvolte nella riforma.

Tetto dei due mandati

In caso di sfiducia al Premier eletto direttamente dai cittadini, si delineano due scenari possibili: dimissioni volontarie o la strada verso il voto anticipato, con l’ultima parola spettante al Presidente della Repubblica. Inoltre, è stata specificata la possibilità di revocare i ministri, una proposta precedentemente non dettagliata nel testo. La questione del tetto di due mandati per il ruolo di presidente del Consiglio è stata introdotta, ma resta aperto un approfondimento sul conteggio di questi mandati. Infine, per quanto riguarda il premio di maggioranza, si elimina la soglia del 55%.

Soddisfatto della riunione il Capogruppo di Forza Italia in Senato Maurizio Gasparri: “Abbiamo risolto tutti i nodi, domani (oggi, ndr) ci aspettiamo il testo finale dalla Casellati che sarà sottoposto ai rispettivi partiti”. Sulla stessa linea il Capogruppo della Lega Massimiliano Romeo: “La proposta, una volta passata, dovrà essere ‘sigillata’ dai leader del Centrodestra”.