Sulla sanità il Governo e il premier Giorgia Meloni sono chiamati ad una radicale svolta. Dovranno dedicare risorse e azioni concrete per salvare il Servizio sanitario nazionale. Quel servizio che negli anni 70-80 era fiore all’occhiello dell’Italia in Europa.
Martedì 16 a Roma, due luoghi simbolo: Montecitorio e Piazza Capranica, saranno l’epicentro di una manifestazione nazionale di medici, Associazioni dei malati e famiglie, – in una unità di intenti e richieste mai viste prima – per chiedere l’impegno della politica e del Governo ad arginare il declino della sanità pubblica che in un documento la Intersindacale medica e le molteplici Associazioni dei malati, definiscono in ”prognosi riservata”.
Patto virtuoso medici-cittadini
Le note dolenti sono elencate nei documenti con drammatico realismo, e va dato atto ad una categoria come quella dei medici che da professione indicata con diffidenza nel passato come autoreferenziale e al comando dei “baroni”, abbia invece trovato forza e sensibilità nel schierarsi dalla parte dei cittadini, non solo per proprio calcolo o interesse economico, ma per ripristinare le condizioni di efficienza e dedizione verso diagnosi, terapie e cure. Un valore che è ben definito nello slogan che accompagnerà la manifestazione: “Solo se stiamo dalla stessa parte potremo vincerla”, ed è la sintesi di questa importante prova di partecipazione e democrazia così diretta, nata a difesa di una sanità pubblica che come i protagonisti sottolineano non deve essere per i “ricchi” ma a disposizione di tutti. “Medici e i dirigenti sanitari dell’Anaao Assomed e le Associazioni di cittadini, di pazienti e di professionisti sanitari, promuovono un appello e una mobilitazione in difesa del Servizio sanitario nazionale”, scrivono uniti – fatto che da un significativo valore sociale alla protesta -, “la tenuta del sistema è oggi a rischio tra tagli, carenze e mancati investimenti che rendono difficile l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari, anche per il peggioramento senza precedenti delle condizioni di lavoro dei Medici e dei Dirigenti sanitari, in perdurante carenza numerica”, sottolinea la nota che evidenzia le forti difficoltà e le contraddizioni, “Il diritto alla salute, che la Costituzione vuole uno e indivisibile, è oggi declinato in 21 modi diversi, figli di autonomie regionali che violano il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini, e negato in tempi di attesa che si misurano in semestri”.
Rischio tensioni sociali
Le osservazioni fatte dalle tante sigle professionali, sindacali, Associative e del volontariato, evidenziano in tono preoccupato il rischio di una prossima forte e violenta contrapposizione sociale.
“Il definanziamento previsto nei prossimi anni costringerà, ulteriormente, molti cittadini a pagare le cure di tasca propria e ne spingerà tanti altri nel limbo, già oggi affollato, di coloro che non possono permetterselo”, evidenzia il documento che parla di una sanità pubblica assediata da molteplici problemi: l’agonia delle strutture deputate alla emergenza-urgenza, “unica via lasciata aperta alle cure pubbliche, ridotta a spazio affollato, indecoroso e, spesso, indecente”. Tra le storture il documento cita, “il boom delle cooperative di medici a gettone, con compromissione della qualità e della sicurezza delle cure”. Insomma c’è da far venire i brividi per la complessità di un sistema che va salvato dalle difficoltà e governato con estrema razionalità, diligenza e sensibilità.
Le proposte al Governo
Le sollecitazioni che ascolteremo martedì a Roma dai diretti protagonisti sono tutte orientate a rilanciare un sistema che riguarda tutti noi, perché tutti abbiamo bisogno di una sanità di qualità, efficiente e con operatori preparati e soddisfatti del loro lavoro.
“Chiediamo interventi legislativi”, si propone nel documento che sarà consegnato al Governo, “a tutela dei soggetti con malattie croniche e dei Lea spesso disattesi, che incidono pesantemente sulla qualità e quantità di vita delle famiglie.
Abbiamo impiegato molti anni per costruire la più grande infrastruttura sociale e civile del Paese. Romperla risulterà facile, ma difficilissimo evitare che siano”, conclude la nota dei medici e delle Associazioni, “poi, reddito e residenza a decidere della salute di ognuno”.
Battaglia in difesa di tutti
Le affermazioni finali che sono state sottoscritte da tutte le sigle sindacali e delle Confederazioni, sono davvero da tenere a mente.
“Il diritto alla salute dei cittadini è strettamente legato al destino professionale dei Medici e dei dirigenti sanitari dipendenti”, ricordano i medici. Infine vogliamo concludere con una bella frase del documento, che siamo certi anche il presidente del consiglio Giorgia Meloni apprezzerà: “La battaglia in difesa della sanità pubblica è la battaglia di tutti”.