I venti di guerra, le tensioni dell’incertezza geo politica, l’incalzare di fatti drammatici come la morte Aleksei Navalny, oppositore di Putin, ci dicono che il mondo sta cambiando e non in meglio. I pericoli sono quelli di una escalation dei confitti che rischiano di coinvolgere l’Europa che dopo 80 anni di pace dovrà fare i conti con minacciosi e inaspettati scenari di guerra.
Mediterraneo conflitti e opportunità
L’Italia in questa gioco così grande e rischioso ha un suo ruolo quello di essere a differenza degli altri paesi europei una: “Piattaforma mediterranea”. Una penisola con lo stivale nel cosiddetto Medio Oceano a contatto con Africa e Medio Oriente – Regioni dove oggi ci sono conflitti e instabilità – e con la testa nel centro Europa. Abbiamo da sempre questa opportunità e questo rischio, essere geograficamente come Giano bifronte, interpreti e nel contempo mediatori, nel collegare due mondi e culture diverse.
I nostri grandi statisti per la pace
Dal dopoguerra abbiamo anteposto la prudenza e le ragioni del dialogo ai conflitti. Lo hanno fatto con straordinari risultati i grandi leader della Democrazia Cristiana, gli statisti come Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Giulio Andreotti, così come i leader del Psi Bettino Craxi e del Pci Enrico Berlinguer. Siamo stati consapevoli che nel Mediterraneo si giocano le sorti dell’Europa e del mondo. Il dialogo diventa non solo un filo da non spezzare ma una assoluta necessità a garanzia della stabilità geopolitica e degli interscambi commerciali. Ricordiamo che proprio nel Mediterraneo ci sono i nostri maggiori partners di interesse commerciale e di approvvigionamento energetico.
Nel mar Rosso serve prudenza
Domani l’Italia si appresta ad avere in ambito europeo una responsabilità in più nella missione navale Aspides. Abbiamo assunto il comando tattico della missione Ue in Mar Rosso. Roma e Bruxelles sono pronte per l’intervento a difesa delle rotte commerciali che sono nel mirino dei ribelli yemeniti. Una missione militare, ritenuta “abbastanza rischiosa”. Il nostro Paese contribuirà con una nave e aerei “spia” a garantire la libertà e la sicurezza di navigazione nello Stretto di Bab el-Mandeb e nel Golfo di Aden. “Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’impegno del Governo e della Difesa e della professionalità della Marina Militare”, ha rimarcato nei giorni scorsi il ministro della Difesa, Guido Crosetto – a cui auguriamo una pronta guarigione e tornare presto alla guida del suo ministero -.
Meloni punti sulla diplomazia
È un impegno delicato a cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni affiancherà siamo certi un’azione diplomatica di rilievo e persuasiva. Il premier nelle scorse settimane nell’ambito della presidenza italiana del G7 ha tenuto incontri con i vertici degli Emirati e Monarchie saudite, con il presidente turco Recep Erdoğan, e altri protagonisti dell’area mediterranea e mediorientale. Il Piano Mattei per l’Africa, inoltre, ha segnato importanti passi avanti nella costruzione di nuove relazioni internazionali tra nord e sud dell’Europa.
Il dialogo è l’unico percorso
Confidiamo oggi nel successo dell’Italia e, soprattutto, nella capacità di tessere un dialogo di coinvolgimento nella costruzione di trattative di pace. Non è tempo di avventure e di azioni solitarie. L’Italia ha le carte in regola per prestigio e serietà delle sue consolidate Istituzioni democratiche nel far tornare la politica estera come esempio di composizione dei conflitti, di riduzioni delle tensioni e di dialogo. Alla spirale di violenze e conflitti va posta l’unica alternativa possibile, la sicurezza e nuovi accordi di pace.