Il Premier a New York per l’Assemblea generale dell’Onu
Una giornata, quella di ieri a New York, in cui prima ha incassato il pieno sostegno di Elon Musk e poi ha incontrato il Presidente Volodymyr Zelensky, per poi prendere parte all’Assemblea generale dell’Onu. Insomma, una 24 ore ricca di impegni per il Primo Ministro Giorgia Meloni.
Andando in ordine temporale, il Premier ha ricevuto il Global Citizen Award dall’Atlantic Council, durante una serata che ha visto l’Occidente al centro della sua riflessione: un posto che non deve rassegnarsi all’idea del suo declino, ma anzi deve difendere con orgoglio i suoi valori fondamentali, come la democrazia, la libertà e il patriottismo. L’evento ha avuto inizio con un video celebrativo che ha ripercorso i momenti chiave della carriera politica di Meloni, la prima donna a ricoprire il ruolo di Primo Ministro in Italia. A sorpresa, è stato Musk a prendere la parola per introdurre Meloni. Il magnate, fondatore di Tesla e SpaceX, ha dichiarato di essere “onorato” di presentare una persona che ammira profondamente, definendola “bella dentro quanto fuori”. Musk ha elogiato i risultati raggiunti dall’Italia sotto la sua leadership, affermando che il Paese sta vivendo un periodo di crescita economica e occupazionale senza precedenti. “Ha fatto un lavoro incredibile”,ha sottolineato Musk, applaudendo il governo Meloni per aver saputo portare il Paese a livelli record di sviluppo.
Ritrovare la fiducia
Il discorso di Meloni è stato un appassionato invito all’Occidente a ritrovare fiducia in sé stesso. Il premier ha esortato i Paesi democratici a non vergognarsi dei valori che li caratterizzano, bensì a difenderli con fermezza: “Non dobbiamo vergognarci del patriottismo, della nostra cultura, della nostra democrazia”, le sue parole che hanno preso spunto da un articolo di Anthony Costantini, pubblicato un anno fa su ‘Politico’: lo scritto definiva le idee di Meloni come un’espressione di “nazionalismo occidentale”, stimolando una riflessione che la premier ha ripreso e sviluppato durante il suo intervento.
“Non so se il termine nazionalismo sia quello corretto, poiché spesso richiama concetti di aggressione e autoritarismo. Ciò che è certo è che non dovremmo mai vergognarci di difendere parole come nazione e patriottismo”. Secondo il Primo Ministro, questi termini non devono essere limitati a una dimensione geografica, ma rappresentano uno “stato della mente”, un senso di appartenenza a una cultura, una tradizione e valori condivisi.
Meloni ha quindi citato il filosofo conservatore britannico Roger Scruton, che aveva definito “oicofobia” quel particolare “disprezzo per la propria casa” che, secondo il Premier, sta contribuendo alla crisi d’identità dell’Occidente: ha sottolineato che questo atteggiamento porta alla distruzione dei simboli della civiltà, sia in Europa che negli Stati Uniti: “L’Occidente si svilisce da solo”.
A fianco di Kiev
A margine della 79ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Premier ha incontrato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Durante il colloquio, Meloni ha ribadito il fermo sostegno dell’Italia alla legittima difesa dell’Ucraina contro l’aggressione russa, riaffermando l’impegno del governo a lavorare per una pace giusta e duratura. Il sostegno dell’Italia, secondo quanto emerso dall’incontro, non si limita solo all’ambito diplomatico e politico, ma si estende anche al piano umanitario ed economico. Meloni ha assicurato che l’Italia sarà presente per tutto il tempo necessario, accompagnando Kiev nel difficile cammino verso la ricostruzione e la stabilità. Un ruolo centrale sarà svolto nel 2025, quando Roma ospiterà la Ukraine Recovery Conference, un evento di portata internazionale che mirerà a mobilitare risorse e competenze per la ricostruzione del Paese devastato dal conflitto. Attraverso un post pubblicato su X, Zelensky ha elogiato Meloni per il suo impegno decisivo durante la presidenza italiana del G7 e per il ruolo centrale che l’Italia ha svolto nel coordinare gli sforzi internazionali per raggiungere una pace duratura in Ucraina.
La paura di Guterres
All’interno della 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, sono emerse con drammatica urgenza le crisi in Medio Oriente. Il Segretario Generale dell’Onu, António Guterres, ha lanciato un grido d’allarme sul Libano e la Striscia di Gaza, definendo la situazione delle due aree “sull’orlo del baratro”. Parlando di Gaza come “un incubo”, ha sottolineato il rischio crescente che la regione si stia dirigendo verso scenari “inimmaginabili”, con implicazioni devastanti per la pace e la sicurezza internazionale. All’interno dello stesso quadro, il Presidente americano Joe Biden ha portato un messaggio di speranza e resilienza, ribadendo l’impegno degli Stati Uniti a promuovere la pace e cercare soluzioni diplomatiche alle crisi globali: “C’è sempre un modo per andare avanti e uscire dai peggiori orrori della guerra”, ha detto il numero uno statunitense.