La commemorazione e il cordoglio delle più alte cariche dello Stato
“Le responsabilità devono essere definitivamente accertate”. È questo il monito lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel giorno del sesto anniversario del crollo del Ponte Morandi a Genova. Un avvertimento contenuto all’interno del messaggio di cordoglio che dal Quirinale è stato inviato direttamente al Sindaco di Genova, Marco Bucci.
La sciagura
Erano le ore 11:36 del 14 agosto 2018 quando l’intero sistema bilanciato della pila 9 del ponte è crollato, lungo l’autostrada A10, trascinando nel vuoto veicoli e persone. Il disastro ha causato la morte di 43 persone e decine di feriti, insieme a centinaia di sfollati. Immediata è stata l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Genova. Le indagini, focalizzate sulla responsabilità dei gestori dell’infrastruttura, hanno coinvolto Autostrade per l’Italia (Aspi) e la società di ingegneria Spea, incaricata della manutenzione del ponte. Dopo una lunga fase di indagini, nel luglio 2022 è iniziato un processo che vede 59 imputati accusati di omicidio colposo, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti, con al centro le accuse di mancata manutenzione e sottovalutazione dei segnali di degrado. Nel frattempo, il 3 agosto 2020, è stato inaugurato il nuovo viadotto ‘Genova San Giorgio’, progettato dall’architetto Renzo Piano.
Il ricordo e l’appello di Mattarella
“Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi, a Genova – ha affermato Mattarella – Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese”. “Le responsabilità – ha proseguito il Capo dello Stato – devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l’efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia: il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce, infatti, attenuante per quanto accaduto”.
“In questa giornata di cordoglio – ha concluso l’inquilino del Quirinale – e di memoria la Repubblica esprime vicinanza ai familiari delle 43 vittime, unitamente a un profondo sentimento di solidarietà alla Città”.
Meloni: accertare colpe e omissioni
“Memoria, rinascita, giustizia” sono le prime parole espresse, tramite i social, dal Capo del Governo, Giorgia Meloni, la quale ha proseguito col dire che “oggi ci sentiamo un po’ tutti genovesi, figli di una città fiera e orgogliosa che è stata moralmente piegata e fisicamente spezzata in due, ma che da allora ha saputo anche rialzarsi e andare avanti. Genova è rinata, più forte e più caparbia di prima”. “Il Ponte San Giorgio – ha osservato la Premier – è uno dei simboli più potenti di questo nuovo corso. Ma quel Ponte ricorda alla Nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario. Rinnoviamo l’auspicio che l’iter giudiziario possa concludersi nel più breve tempo possibile perché Genova, la Liguria e l’Italia aspettano di conoscere la verità processuale su ciò che è accaduto”.
La Russa e Fontana
Anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha affidato alla sua pagina Facebook il proprio pensiero: “Le ferite di quel disastro sono ancora aperte, così come saranno per sempre scolpite nella nostra memoria le immagini di una città, Genova, spezzata in due e quel senso di incredulità e rabbia che tutti abbiamo provato in quei drammatici momenti” ha dichiarato, proseguendo col dire che “questo giorno rappresenta anche un’importante occasione per riflettere sull’eccezionale esempio di resilienza e impegno che ha portato alla rapida ricostruzione del nuovo Ponte San Giorgio. Un significativo segnale di riscatto per l’intera comunità nazionale” sottolineando come questo sia stato il “frutto della straordinaria coesione di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, dell’impegno della società civile, delle imprese, delle maestranze e della straordinaria volontà di una terra che ha sempre dimostrato di saper superare difficoltà e avversità”, concludendo con l’invito a “mantenere alta l’attenzione sui rischi ambientali e infrastrutturali, investendo nella sicurezza e nella manutenzione per evitare future tragedie”.
Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, che su ‘X’ ha commemorato le vittime: “Sei anni fa crollava il Ponte Morandi spezzando le vite di 43 persone. Oggi le ricordiamo con profonda commozione. Una preghiera per loro e la più sentita vicinanza alle loro famiglie”.
Tajani e Salvini
Il Vicepremier Tajani si è accodato alla commemorazione via social, dichiarando che questa è “una tragedia che non possiamo dimenticare e rinnova la nostra sfida per un’Italia sempre più moderna e all’avanguardia. Il loro sacrificio è una ferita aperta, sono vicino a tutti i familiari che aspettano giustizia”, mentre il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sceglie Instagram per esprimere il suo personale ricordo, sottolineando come “grazie anche alla commovente capacità di reazione del popolo genovese, quel dramma riuscì però ad unire una città, una regione e un intero Paese che, superando ostacoli, burocrazia e lentezze, portò alla costruzione in tempi record di un nuovo Ponte, diventato un modello ingegneristico nel mondo”.
Le opposizioni
A parlare dalle opposizioni è Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, all’epoca dei fatti Primo Ministro. “Non dimenticherò mai il dolore, lo strazio e le lacrime di quei giorni a Genova – scrive sul suo profilo Facebook – Oggi fa malissimo leggere le parole di una madre che sul Ponte Morandi ha perso un figlio. ‘I colpevoli sono liberi, l’ergastolo lo abbiamo noi genitori’. La ferita più grande però non è rimarginata: sono le 43 vittime, storie di vita e sogni che non ci sono più. Resta il dolore immenso dei loro cari. Per loro serve giustizia contro chi ha colpe e chi ha omesso. Quello che queste persone hanno subito richiede oggi più che mai il massimo sforzo, impegno e concentrazione perché sia resa giustizia”.
Sulla stessa linea il deputato del Pd, Andrea Orlando, il quale auspica che “il ricordo non sia mera testimonianza, ma un momento per continuare a perseguire fino in fondo verità e giustizia su quanto accaduto e sul duro colpo inferto alla città di Genova”.