Lo scollamento tra la politica e i cittadini elettori – posto che questi ultimi sono sovrani – ha assunto una deriva che incide sulla partecipazione al voto. Dietro l’angolo si intravedono i segni di una lacerazione del sistema democratico. Sconnessione generata dalle esigenze dei luoghi in cui vivono i cittadini su temi come: sviluppo, lavoro, sanità, mobilità, ambiente; – e quello che i partiti e le coalizioni riescono a rappresentare durante campagne elettorali sempre più veloci e combattute a colpi di slogan.
I test di Sardegna e Abruzzo
Situazione evidente in questi giorni con le elezioni regionali di Sardegna e Abruzzo che hanno dominato le cronache nazionali. Le scelte indubbiamente locali, hanno assunto la dimensione di “test nazionale”, da qui la valanga di titoli, articoli, approfondimenti, dichiarazioni sconfinate, fuori luogo, in un pro e contro il Governo. I cittadini chiamati alle urne hanno ascoltato i leader di partito ed esponenti dell’Esecutivo che in comizi e incontri, hanno cavalcato temi del Paese riducendo al minimo le questioni e i programmi per le emergenze locali.
Il tramonto delle sezioni
Un fenomeno che suscita molto interrogativi, ad iniziare dalla pressoché scomparsa delle sezioni di partito che da centri di partecipazione e confronto, hanno lasciato il campo ai comitati elettorali che si mobilitano sul territorio in prossimità delle elezioni. Il vuoto delle sezioni è stato riempito dai troppi sondaggi e dai consulenti di immagine. Nel contempo i partiti sono diventati leggeri, privi di apparati locali permanenti. Le sezioni tuttavia erano la spina dorsale dei partiti. Luoghi di presenza di militanti dove si formavano e selezionavano le classi dirigenti. I risultati sono stati evidenti e tangibili, accanto alla presenza di leader carismatici c’erano i dirigenti locali che spesso raccoglievano durante i comizi applausi e attenzione su temi comuni con una partecipazione popolare che partiva dal basso.
Cittadini e istituzioni
Sezioni, militanti e dirigenti sono stati per decenni in Italia una eccezionale interfaccia tra cittadini e istituzioni. I partiti con le loro organizzazioni erano depositari di idee e valori, capaci di elaborare visioni e progetti per il futuro. Il consenso immediato, infatti non è tutto, perché talvolta, i partiti e i loro dirigenti hanno preso decisioni anche impopolari ma che si sono dimostrate in futuro vincenti sul piano dello sviluppo, del lavoro, della crescita socio economica.
Le scuole di partito
Si dirà che ogni politica è figlia dei tempi, d’accordo, ma per quanti nel secolo scorso – oggi over 60 – hanno militato nei “vecchi” partiti l’impegno era farsi interpreti di un nuovo modello di società più moderna e libera. C’era uno studio attento sui temi da affrontare e risolvere, c’erano le “scuole di partito” dove, ad esempio, si puntava ad una educazione amministrativa e legislativa, perché non bastava affidarsi ai tecnici per l’elaborazione di una delibera, ma bisogna anche capirne i benefici o i danni di quell’atto tecnico-amministrativo. I frutti di quell’impegno che riguardava tutti i partiti ci sono stati e sono ancora sotto i nostri occhi. Non dimentichiamo che l’Italia grazie a quella formidabile spinta e tessuto democratico è una nazione del G7, che questo anno ne abbiamo anche la presidenza con il Premier, Giorgia Meloni. Un primo ministro che si è fatta le ossa ed cresciuta politicamente proprio nel contesto di militanza nelle sezioni di partito.
La speranza dei cittadini
C’è infine un dato che lascia sperare che la politica possa tornare ad essere impegno, dialogo e studio costruttivo. È ancora una volta la fiducia arriva dai cittadini che pongono nella vita dei partiti e della democrazia. Tra il 2015 e il 2023 il numero di contribuenti che ha deciso di finanziare la politica con il 2X1000 è cresciuto del 58%. L’ammontare complessivo negli anni è quasi raddoppiato. Una crescita che potrebbe superare il tetto di 25,1 milioni previsto dalla legge. Nei prossimi mesi toccherà al Parlamento decidere se revisionare il limite massimo.
Si torni a riaprire le sezioni
I leader politici riflettano su questo “investimento” dei cittadini verso la buona politica. Serve una evoluzione dei partiti, bisogna riaprire le sezioni alla presenza di persone. Creare contro la mercificazione delle idee e dei valori, nuovi strumenti stabili di partecipazione e confronto. Servono nella nostra società così complessa più competenze nelle scelte. L’obiettivo è formare classi dirigenti vicine ai cittadini, per elaborare – una volta si sarebbe detto – secondo i casi, strategie di “Lotta” e di “Governo”.